mercoledì 5 aprile 2017

Ti vedo... Maledetto!

Claudia? Si sono io...
Togli pure la maglia e il reggiseno. 
Lei è carina. Ha un viso dolce, due occhioni azzurri giganti che sembrano guardarti dentro. Sorride.
Mi sdraio sul lettino. Sudo, ma ho freddo. La pelle d'oca mi sale dalla punta dei piedi fino ai polsi. Lei si sistema davanti all'ecografo, io mi annuso le ascelle... almeno non puzzo!
È giovedì pomeriggio, all'asilo c'è la festa della scuola e io ho promesso a Giacomino di arrivare puntuale. Guardo l'orologio. 
Mi mette il gel freddo sul seno,  adesso la pelle d'oca la avverto sensibilmente anche sulle chiappe. Non guardo il monitor.
Guardo il suo viso.
La studio. Studio le sue espressioni finchè passa la sonda su di me.
Lei mi sorride come si sorride ai bambini prima di dargli la minestra coi broccoli. 
Allora guardo il monitor nell'attimo esatto in cui attiva il doppler e ti vedo maledetto... Nella mia mente scannerizzo l'immagine e la confronto con centinaia di immagini simili già viste in anni di sala operatoria. 
Lampeggiano. Il rosso e il blu lampeggiano. E' inutile che sorridi. Lampeggiano... 
Ci sei. Sei uno stronzo maledetto e hai pure il coraggio di essere vascolarizzato!

"Fatto! Hai fretta?"

Fretta? Beh logico... Capitan America mi aspetta all'asilo... Non posso arrivare dopo lo spettacolo. Poi ho promesso a mia mamma che passiamo assieme al centro diurno dalla nonna coi nani, per una botta di allegria! 

"No, no assolutamente" 

"Non ti rivestire... Facciamo subito una mammografia, poi domani torni, ripetiamo con calma l'eco e facciamo un ago aspirato e una biopsia... Ma stai tranquilla". 
Tranquilla? E' come dare in mano un trapano a un bambino per piantare un chiodino colorato sulla lavagnetta bianca forata. 
Come faccio a stare tranquilla?
Quando esce dalla stanza guardo l'infermiera e lo chiedo direttamente a lei? 
"Ha visto qualcosa, vero?"
Ecco, quando vuoi la verità, è sarò di parte nel dirlo: guarda sempre l'infermiera! Perché lei non mente, non ti darà mai una diagnosi ma ti dirà che sì, la dottoressa ha visto qualcosa... E non le piace! 

Resto sola nella stanza. 
Non mi sono mai sentita così tanto sola. 

L'ho detto solo a Sara, gliel'ho detto di sfuggita per avere una dritta per prenotare l'eco... almeno per capire dove dovevo andare. Non ho dato peso alla cosa, non le ho fatto capire lo sconvolgimento che avevo dentro.
Sono sola e ho freddo, mi rinfilo la canottiera.
Avrei tanta voglia di abbassare la testa, appoggiarla su una spalla e piangere.
Vorrei che Antonio fosse qui.
Vorrei che la mia mamma fosse qui.
Vorrei solo una mano da stringere e invece mannaggia a me sono una testona.
Sara me l'aveva detto... Vengo con te. Ma no... Ho litigato con il mondo nell'ultima settimana, ho sbattuto porte, tirato calci e ho pensato di entrarci e uscirci da sola da questo tunnel.
Ma adesso che non c'è luce in fondo al tunnel, adesso... ho paura... ho una paura da farmela sotto.
Come glielo dico?
Come faccio a dire all'uomo che amo, che io... proprio io... quella che cento ne fa e mille ne pensa, sta male?
Male poi... non sto affatto male! Potrei andare a correre 40 km sotto un temporale, potrei organizzare mille feste di compleanno, potrei cucinare pizza e polpette per tutti. Io sto maledettamente bene. Se uscissi da quella porta senza dire niente, chi potrebbe saperlo, chi potrebbe anche solo pensarlo?
E mia mamma?
Lei ci è appena passata... con che cuore la ammazzo di nuovo?
Ma sono sola e io da sola non ce la faccio, non ce l'ho mai fatta. Nemmeno quando da bambina si giocava a nascondino. Se non mi trovavano entro due, tre minuti uscivo io e mi facevo beccare.

Faccio la mammografia... Mi lascio fare, toccare, strizzare. Insensibile a tutto.

Voglio solo finire, fare presto e scappare dal mio Capitan America.

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