Claudia? Si sono
io...
Togli pure la maglia
e il reggiseno.
Lei è carina. Ha un
viso dolce, due occhioni azzurri giganti che sembrano guardarti
dentro. Sorride.
Mi sdraio sul
lettino. Sudo, ma ho freddo. La pelle d'oca mi sale dalla punta dei
piedi fino ai polsi. Lei si sistema davanti all'ecografo, io mi annuso
le ascelle... almeno non puzzo!
È giovedì
pomeriggio, all'asilo c'è la festa della scuola e io ho promesso a
Giacomino di arrivare puntuale. Guardo l'orologio.
Mi mette il gel
freddo sul seno, adesso la pelle d'oca la avverto sensibilmente
anche sulle chiappe. Non guardo il monitor.
Guardo il suo viso.
La studio. Studio le
sue espressioni finchè passa la sonda su di me.
Lei mi sorride come
si sorride ai bambini prima di dargli la minestra coi broccoli.
Allora guardo il
monitor nell'attimo esatto in cui attiva il doppler e ti vedo
maledetto... Nella mia mente scannerizzo l'immagine e la confronto
con centinaia di immagini simili già viste in anni di sala
operatoria.
Lampeggiano. Il
rosso e il blu lampeggiano. E' inutile che sorridi. Lampeggiano...
Ci sei. Sei uno
stronzo maledetto e hai pure il coraggio di essere vascolarizzato!
"Fatto! Hai
fretta?"
Fretta? Beh
logico... Capitan America mi aspetta all'asilo... Non posso arrivare
dopo lo spettacolo. Poi ho promesso a mia mamma che passiamo assieme
al centro diurno dalla nonna coi nani, per una botta di allegria!
"No, no
assolutamente"
"Non ti
rivestire... Facciamo subito una mammografia, poi domani torni,
ripetiamo con calma l'eco e facciamo un ago aspirato e una biopsia...
Ma stai tranquilla".
Tranquilla? E' come
dare in mano un trapano a un bambino per piantare un chiodino
colorato sulla lavagnetta bianca forata.
Come faccio a stare
tranquilla?
Quando esce dalla
stanza guardo l'infermiera e lo chiedo direttamente a lei?
"Ha visto
qualcosa, vero?"
Ecco, quando vuoi la verità, è sarò di parte nel dirlo: guarda sempre
l'infermiera! Perché lei non mente, non ti darà mai una diagnosi ma ti dirà che sì, la dottoressa ha visto qualcosa... E non le piace!
Resto sola nella
stanza.
Non mi sono mai
sentita così tanto sola.
L'ho detto solo a
Sara, gliel'ho detto di sfuggita per avere una dritta per prenotare
l'eco... almeno per capire dove dovevo andare. Non ho dato peso alla
cosa, non le ho fatto capire lo sconvolgimento che avevo dentro.
Sono sola e ho
freddo, mi rinfilo la canottiera.
Avrei tanta voglia
di abbassare la testa, appoggiarla su una spalla e piangere.
Vorrei che Antonio
fosse qui.
Vorrei che la mia
mamma fosse qui.
Vorrei solo una mano
da stringere e invece mannaggia a me sono una testona.
Sara me l'aveva
detto... Vengo con te. Ma no... Ho litigato con il mondo nell'ultima
settimana, ho sbattuto porte, tirato calci e ho pensato di entrarci e
uscirci da sola da questo tunnel.
Ma adesso che non
c'è luce in fondo al tunnel, adesso... ho paura... ho una paura da
farmela sotto.
Come glielo dico?
Come faccio a dire
all'uomo che amo, che io... proprio io... quella che cento ne fa e
mille ne pensa, sta male?
Male poi... non sto
affatto male! Potrei andare a correre 40 km sotto un temporale,
potrei organizzare mille feste di compleanno, potrei cucinare pizza e
polpette per tutti. Io sto maledettamente bene. Se uscissi da quella
porta senza dire niente, chi potrebbe saperlo, chi potrebbe anche solo
pensarlo?
E mia mamma?
Lei ci è appena
passata... con che cuore la ammazzo di nuovo?
Ma sono sola e io da
sola non ce la faccio, non ce l'ho mai fatta. Nemmeno quando da
bambina si giocava a nascondino. Se non mi trovavano entro due, tre
minuti uscivo io e mi facevo beccare.
Faccio la
mammografia... Mi lascio fare, toccare, strizzare. Insensibile a
tutto.
Voglio solo finire,
fare presto e scappare dal mio Capitan America.
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