Ci siamo, siamo pronti. È
come partire per un lungo viaggio. Ho preparato lo zaino,
l'equipaggiamento, scorte varie e guide.
Ho accettato consigli, ho
selezionato accuratamente le informazioni che volevo tenere per me.
Ho espresso dubbi, paure, perplessità.
Il mio primo pensiero sono
sempre loro: la mia famiglia.
Giacomo è un patatone di
quattro anni, ti strafoga di baci e quando dorme ti vuole toccare.
Appoggia la sua cosciotta su di te e si ancora con le braccia.
Matilde è una ribelle.
Matilde conosce il dolore, il dolore fisico e lo teme più di ogni
altra cosa al mondo. Il suo e il dolore degli altri. Matilde odia gli
ospedali, i camici bianchi, trema davanti ad un ago e non si lascia
toccare, mai, da nessuno.
Matilde urla, si arrabbia,
punta i piedi e piange, spesso...
Quella sottile linea che
le attraversa lo sterno ha lasciato più cicatrici nella sua
testolina che nel suo corpo.
Antonio sopporta e mi
supporta. Aveva otto anni quando tutti i suoi parenti lo vennero a
trovare da Foggia e da Torino. Lui era felice e pensava fosse una
festa. Ma non era una festa e io non voglio fargli rivivere questo
dolore.
“Nel tuo male la loro
cura”.
Porto a casa una chicca
ogni volta che parlo con qualcuno. La psicologa ha colpito laddove
doveva.
Matilde imparerà che
nella vita si cade, si soffre, ma ci sono i cerotti e ci sono le
cure. Ci vuole amore e pazienza. Ma si guarisce.
Antonio avrà una seconda
occasione. Anzi, avrà l'opportunità di accompagnarmi, prendermi per
mano, rialzarmi quando cadrò. Potrà esserci, starmi vicino.
Metto nel mio bagaglio
anche questo assieme a tante altre dritte.
Se in questo momento mi
dicessero che per guarire dovrei bere sangue di pipistrello e ci
fossero fonti scientificamente attendibili di questo, mi trasferirei
in Transilvania.
Ho letto, ho letto tanto,
mi sono documentata e poi mi sono fidata.
Ho deciso di rinunciare al
mio amato latte, alla farina bianca, allo zucchero raffinato. Niente
caffè, cioccolato, thè, niente lievito e alcool. Niente spritz,
vinello a cena, amaro . Niente chupito, rum e pera, grappina...
All'inizio è stata dura,
poi ti abitui.
Quando l'oncologo ha
stabilito la mia cura ha fatto dei conti strani per calcolare la
giusta quantità di farmaco da introdurre per cospargere la mia
superficie corporea. Ho perso sette chili negli ultimi due mesi. La
superficie corporea da asfaltare è sicuramente minore.
Ho cominciato a meditare.
Ho convinto Antonio a partecipare a degli incontri. Un anno fa mi
avrebbe guardata interdetto e mi avrebbe mandata a quel paese.
Ha accettato, ha
partecipato.
Antonio medita due volte
al giorno, con regolarità ed è più sereno.
Io ci provo, a volte ho
delle tempeste tropicali in testa, a volte vedo i Pokemon, a volte
raggiungo quel briciolo di serenità e per un attimo mi dimentico di
essere Claudia, quella del drago e torno ad essere Claudia, quella
gran gnocca modesta dotata di superautoironia!
Ciao Claudia, hai la mia più profonda stima.
RispondiEliminaAndrà tutto bene, ne sono sicura!
Ti mando un bacio grande <3
Camilla
Un bacio grande a te Camilla!
RispondiEliminaUn bacio grande a te Camilla!
RispondiElimina