giovedì 20 aprile 2017

Il viaggio


Ci siamo, siamo pronti. È come partire per un lungo viaggio. Ho preparato lo zaino, l'equipaggiamento, scorte varie e guide.
Ho accettato consigli, ho selezionato accuratamente le informazioni che volevo tenere per me. Ho espresso dubbi, paure, perplessità.
Il mio primo pensiero sono sempre loro: la mia famiglia.
Giacomo è un patatone di quattro anni, ti strafoga di baci e quando dorme ti vuole toccare. Appoggia la sua cosciotta su di te e si ancora con le braccia.
Matilde è una ribelle. Matilde conosce il dolore, il dolore fisico e lo teme più di ogni altra cosa al mondo. Il suo e il dolore degli altri. Matilde odia gli ospedali, i camici bianchi, trema davanti ad un ago e non si lascia toccare, mai, da nessuno.
Matilde urla, si arrabbia, punta i piedi e piange, spesso...
Quella sottile linea che le attraversa lo sterno ha lasciato più cicatrici nella sua testolina che nel suo corpo.
Antonio sopporta e mi supporta. Aveva otto anni quando tutti i suoi parenti lo vennero a trovare da Foggia e da Torino. Lui era felice e pensava fosse una festa. Ma non era una festa e io non voglio fargli rivivere questo dolore.

Nel tuo male la loro cura”.
Porto a casa una chicca ogni volta che parlo con qualcuno. La psicologa ha colpito laddove doveva.
Matilde imparerà che nella vita si cade, si soffre, ma ci sono i cerotti e ci sono le cure. Ci vuole amore e pazienza. Ma si guarisce.
Antonio avrà una seconda occasione. Anzi, avrà l'opportunità di accompagnarmi, prendermi per mano, rialzarmi quando cadrò. Potrà esserci, starmi vicino.
Metto nel mio bagaglio anche questo assieme a tante altre dritte.

Se in questo momento mi dicessero che per guarire dovrei bere sangue di pipistrello e ci fossero fonti scientificamente attendibili di questo, mi trasferirei in Transilvania.
Ho letto, ho letto tanto, mi sono documentata e poi mi sono fidata.
Ho deciso di rinunciare al mio amato latte, alla farina bianca, allo zucchero raffinato. Niente caffè, cioccolato, thè, niente lievito e alcool. Niente spritz, vinello a cena, amaro . Niente chupito, rum e pera, grappina...
All'inizio è stata dura, poi ti abitui.
Quando l'oncologo ha stabilito la mia cura ha fatto dei conti strani per calcolare la giusta quantità di farmaco da introdurre per cospargere la mia superficie corporea. Ho perso sette chili negli ultimi due mesi. La superficie corporea da asfaltare è sicuramente minore.
Ho cominciato a meditare. Ho convinto Antonio a partecipare a degli incontri. Un anno fa mi avrebbe guardata interdetto e mi avrebbe mandata a quel paese.
Ha accettato, ha partecipato.
Antonio medita due volte al giorno, con regolarità ed è più sereno.

Io ci provo, a volte ho delle tempeste tropicali in testa, a volte vedo i Pokemon, a volte raggiungo quel briciolo di serenità e per un attimo mi dimentico di essere Claudia, quella del drago e torno ad essere Claudia, quella gran gnocca modesta dotata di superautoironia!

3 commenti:

  1. Ciao Claudia, hai la mia più profonda stima.
    Andrà tutto bene, ne sono sicura!
    Ti mando un bacio grande <3

    Camilla

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