martedì 11 aprile 2017

Mi fido e mi affido

E' lunedì mattina.
Ci sono ancora tante tessere del puzzle da mettere al loro posto, ma devo cominciare. Per prima cosa, non posso strumentare. Ho un centinaio di goccette di Xanax in circolo da sabato ad oggi. Le mani mi tremano e i sensi sono ovattati. Confesso al mio caposala che non sono esaurita, che non fumo le canne, che non ho problemi di alcolismo ma che sto facendo accertamenti e sono psicolabile. Gli chiedo un po' di tempo e in tutta coscienza mi sospendo dalle attività di sala e mi presto a tutto. Posso fare le pulizie, riordinare registri, posso anche chiudere i sacchi della spazzatura se serve... ma tenetemi qui, vi prego!
Lui non fa una piega, ha già capito e mi asseconda.
Per prima cosa devo parlare con Pierino. Ecco, in questo sono fortunata. Sono una delle strumentiste più stronze che conosco, non ne taccio una e sono il terrore dei novellini con la mia maniacale sterilità, la mia proverbiale passione per l'acciaio chirurgico brillante. Mi piace la chirurgia, mi piace fare, sapere, conoscere e toccare con mano. Ho un'innata curiosità e mi piace passare il ferro giusto prima che mi venga chiesto. Mi piace vederci dentro, nel senso letterale del termine. Mi piacciono le suture pulite, l'anatomia chiara. Dopo quindici anni mi meraviglio ancora di fronte al megainterventazzo in laparoscopia con quattro microscopiche incisioni, all'arteria rivascolarizzata, al calcolo polverizzato.
Sono stronza... Ma mi vogliono bene.
Pierino è un amorevole rompiballe dal cuore d'oro... Non mi ha mai negato un favore e non mi ha mai negato una chiamata notturna in reperibilità, mannaggia a lui.
Questa volta è per me , questa volta l'eco è la mia, la biopsia è la mia, l'istologico che aspettiamo è il mio. Lui annota tutto su un post it appiccicato alla sua agendina e sottolinea il mio nome. Mi prende in carico e si fa carico della mia paura. Nei suoi occhi, oltre gli occhiali leggo già il piano, perchè lui un piano c'è l'ha già.
C'è una commissione, è un lavoro d'equipe. C'è il chirurgo, il radiologo, l'oncologo... Lascio fare a lui.
Ci abbracciamo forte, come si abbracciano due fratelli, come si abbracciano un padre e una figlia.
Di sta roba non ci muoio vero?”
Promettimelo, giuramelo...
Ho messo la mia vita, le mie conoscenze, la mia storia nelle loro mani. Ho chiuso Google e la miniera della paura.
Mi fido e mi affido!



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