Praticate
gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso. (Anne
Herbert)
Chiedete
per favore, bussate prima di entrare, ringraziate, sorridete.
Fermatevi sulle strisce, fate un cenno quando vi lasciano passare,
non pestate i piedi. Giocate con i bambini, dedicate del tempo agli
altri, sporcatevi le mani. Cucinate una torta solo per far felici i
vostri figli e regalatene un quarto, piantate dei fiori in giardino,
coccolate i vostri animali. Sorprendetevi a giocare, portate
rispetto. Puntate sempre al meglio per voi e per gli altri... senza
spingere, rispettate le file, non arrabbiatevi troppo. Imparate a
perdonare.
Fate
del vostro meglio, a casa, al lavoro. Imparate l'arte dell'attesa,
coltivate un sogno. Gioite del bello, lasciatevi stupire.
Disegnate,
scrivete poesie, cantate la vostra canzone, scalate montagne e
contemplate tramonti. Mandate una cartolina, ricordatevi ogni giorno
di chi vi vuole bene e anche di chi non ve ne vuole.
Sono
sempre stata un'iperattiva rompipalle. Ho sempre fatto i compiti, non
ho mai barato, quasi mai o almeno non ne ho ricordo. Non ho mai
sgomitato, ho sempre aspettato il mio turno e il più delle volte il
mio turno non è mai arrivato. Ho sempre cercato di fare del mio
meglio, il che non significa che io abbia sempre fatto bene. Ho
sbagliato, spesso, sono caduta, a volte, ma ho continuato.
Penso
però che nella vita ognuno raccoglie ciò che ha seminato. Beh... mi
sa che ho seminato bene.
Mi
commuovono le testimonianze d'affetto.
Mi
commuove chi cammina con me, chi partecipa, chi si adopera, chi si
mette in gioco.
Domenica
c'erano gli amici di una vita, quelli del bar Giardini, dell'Amnesia,
del Vecchio e dell'Art. Quelli delle partite di calcetto, delle
scorribande, delle feste, quelli delle transenne in patronato, quelli
delle corriere e del pesce al mare, quelli che conosci da quando eri
grande così, quelli degli anni critici, quelli del Torrino, quelli
della Fulgor, delle sagre a Lugo, quelli che si divertivano ancora
quando tu te ne stavi a casa a cambiare pannolini, quelli che hanno
sempre fatto festa con te nonostante i pannolini e i biberon, quelli
che sono diventati mamme e papà favolosi, quelli che restano eterni
bambini. Gli amici nuovi, gli amici che non avresti mai creduto ma
che adesso sono così importanti, vicini, vitali da soffrirne la
lontananza o l'assenza, gli amici degli amici.
Domenica
c'era una fetta di vita talmente bella e importante da far squarciare
il cielo.
Anche
il tempo si è inchinato per una buona causa.
Ha
piovuto tutta la pioggia che doveva, ha rinfrescato quel che basta
per consentirci di giocare poi è brillato il sole.
Il
resto lo hanno fatto loro mettendo in campo tutta la loro gentilezza
e un'incommensurabile quantità di atti di bellezza non proprio priva
di senso.
Il
senso c'era ma non ero io, non era il drago, non era il cancro.
Voglio credere sia stato solo un ottimo pretesto per stare insieme,
per ricordarci quanto fa bene farlo e quanto siamo più forti se
rimaniamo uniti. Perchè i miei amici non si vedono nel momento del
bisogno, i miei amici ci sono... e basta.
Grazie.