mercoledì 25 ottobre 2017

TIP #4


TIP #4 Siamo quello che mangiamo.
Sarà per quello che Giacomino é il mio panzerotto e Matilde la mia patatella? 🙄
Credo che nonostante tutto abbiamo ancora la fortuna di vivere in un paese in cui sedersi a tavola é una gioia. Ho passato mesi di estremismo assurdo limitando le mie sedute a tavola al minimo indispensabile per evitare di incappare in tutte le prelibatezze che tanto mi mancavano. Ecco... Stare a tavola deve essere una gioia responsabile. Nessun estremismo, nessun divieto categorico, solo consapevolezza che qualcosa è perfetto e qualcosa da evitare.
Io adoro girare i mercatini, portare Giacomino dal contadino e fare gli estratti con Matilde. Lunedì ho messo in una zuppa 5 varietà di fagioli... Fino ad un anno fa non credevo nemmeno esistessero. É stato un tripudio di colori e sapori e la mia bistecca non mi è mancata per niente.
Ci vuole curiosità, fantasia ed estro.
Ma del resto siamo tutti artisti solo che non sempre sappiamo cogliere il bello che ci circonda.
Adesso fisioterapia... Avanti che queste braccia mi servono per raccogliere le castagne!
#BePositive #BeStrong #BreastCancerDragonFighter


TIP #3


In attesa di trasferirmi là dove il sole brilla 360 giorni l'anno e per 5 giorni è leggermente nuvoloso, cosa che al momento è abbastanza un miraggio dato che:
1. Sogno di volare da una vita ma poi sono follemente innamorata del mio monte Summano, della mia mamma, dei gira gira e di questa folle Italia.
2. Al momento devo fare 4 conti e ci metto giusto 4 secondi a contare i miei 4 averi.
3. Giacomino per ora non vuole saperne di prendere l'aereo quindi... O rimettono in commercio il Noprom o troviamo un mago dell'ipnosi.
Fatto sta che necessitiamo di luce, siamo tutti estremamente carenti di luce.
La mia super doc Enza me lo ripete allo sfinimento da anni... VITAMINA D. E se vorrà dirci qualcosa in merito siamo tutt'orecchi. Nel frattempo TIP #3...
Adesso si esce.
E nel bel mezzo della passeggiata scoprirò avambraccio e polpaccio mozzarelloso, non fatemi foto per favore, non è proprio un bel vedere!
#BePositive #BeStrong#IoNonMolloMai
Giusto per non perdere le buone abitudini 😄😘😘


TIP #2


TIP #2 Matilde è cresciuta con la lampada delle stelle e sottofondo di Bach e Mozart, abbiamo una cinquantina di led e punti luce in giro per la casa e nei lunghi mesi di insonnia condivisi con Antonio il fascio bluastro della TV l'ha sempre fatta da padrona. Non è trascurabile nemmeno il fatto che Giacomino dica a tutti che papà venda lampadine... Se c'è una cosa però che mi dà veramente pace é pensare al buio della notte nella mia isola felice. In quel paesino lontano della mia Puglia infinita in cui le fabbriche sono a chilometri di distanza e la luce dei lampioni concentrata solo nei piccoli borghi. Là dove il buio è nero e le stelle sono ancora stelle. E voi? Come dormite?
TIP 2. Sani consigli... Siete già andate a camminare anime belle?

domenica 22 ottobre 2017

TIP #1





Mi ritrovo frastornata ed incredula... 
Dopo lunghissimi mesi di terapie, esami, controlli, visite, ospedali e medicazioni ci sono io e una realtà totalmente nuova. Un corpo nuovo da riconoscere allo specchio, tanti cerotti, due palloncini ingombranti che non riconosco ancora come miei, dolori e fitte con cui imparare a convivere. 
E' quello che la psicologa mi ha descritto come salto nel buio. 

E adesso che succede? Cosa devo fare?
Mica posso arrendermi e sopravvivere fino al prossimo follow up. Non sarei coerente col cammino fatto finora. 
Mi sono imbattuta in persone incredibili che mi hanno aperto gli occhi su nuove realtà e possibilità d'azione. Elisabetta qualche giorno fa mi ha insegnato a rispondere:
"Grazie... Sei molto gentile!"
Quando qualcuno mi fa un complimento, perchè abbiamo la facoltà di splendere e il dovere di farlo, perchè non possiamo accontentarci della mediocrità "La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati. La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura". 

Quindi vorrei ricominciare da qui. 
Riazzerare tutto e provare a ricostruire qualcosa di buono, bello, sano... Per me, per noi. 

Grazie ad Elisabetta ho conosciuto Nadia e con lei MammAlive - Italy, organizzazione no profit amministrata da volontarie appassionate alla divulgazione di informazioni per la salute del seno. Dal 1996 formano e istruiscono le donne in modo da migliorare la loro salute e quella dei loro cari e della comunità, convinte che i loro sforzi possano fermare il continuo crescere dell'incidenza del cancro al seno. 

Non mi ritengo detentrice di alcuna verità. Non mi illudo di avere conoscenze supreme. Sono solo una donna che ha avuto l'immensa sfiga di incapparci e vorrei tanto non incapparci più e per quanto possibile evitarlo a tutte le persone che conosco. 

Nel mese di ottobre (mese della prevenzione del tumore al seno), MammAlive ha fornito e sta fornendo quotidianamente un CONSIGLIO. 

Vorrei condividerli con voi... Uno al giorno. Lasciando a voi lo spazio per discuterne, parlarne , capirne di più. Tantissime cose sono nuove anche per me, ma siamo qui per imparare. Io con voi, voi con me. 



FAI ESERCIZIO 40 MINUTI AL GIORNO... IN AGGIUNTA ALLE TUE NORMALI ATTIVITA'. 

Quindi da domani si rispolverano i miei bastoncini da Nordik, visto che camminare per ora è l'unica attività che mi posso concedere ed è meglio evitare al mio povero braccio destro l'andatura a penzoloni. Non esiste nebbia o pioggerellina... Io e il mio passo bradipo domani mattina torniamo alla scoperta dell'attività. ENDORFINE venite a me e l'energia sia con noi!
Buona domenica a tutti! 

lunedì 16 ottobre 2017

Oltre l'orizzonte




Mi chiamo Claudia ho 37 anni e sono un'equilibrista.
Mi chiamo Claudia ho 37 anni e sono una fabbricante di sogni.
Mi chiamo Claudia ho 37 anni e sono una commerciante di speranze e positività take away.
Mi chiamavo Claudia, avevo 36 anni ed ero solo una donnamogliemamma caotica e confusa prima che nella mia vita piombasse il tumore.
Perchè il mio drago ha un nome e un cognome.

T U M O R E.
C A N C R O.
Carcinoma duttale infiltrante Triplo Negativo.

Bagaglio scomodo per una viaggiatrice senza meta.
Ho imparato a leggere il suo nome sul passaporto, l'ho studiato, capito, odiato. L'ho spiegato ai miei figli. Ho lottato con tutte le mie forze per farlo diventare piccolo e innocuo, ho scavato nella mia pelle e nella mia carne per non lasciarne traccia.
Ha fatto male, tanto, tantissimo male.

Ho vinto? Ho perso?
Questa non è la solita storia... Non vissero tutti felici e contenti.
Ci sono cicatrici che non guariscono, che ti lasciano per sempre sfregiata e in allerta.
Ma ti lasciano e ti lasciano viva.
E allora non importa.
Allora adesso c'è il sole caldo durante il giorno, l'aria frizzante all'imbrunire, ci sono il giallo e l'arancione negli alberi e voglio vedere il bianco e di nuovo il rosa e il verde... e il giallo e l'arancione a ripetizione.
Voglio il quinto, il sesto, il settimo e il ventesimo compleanno di Giacomino, il mio albero nuovo a Natale e un vestito bianco di sangallo per Matilde su una spiaggia nuova.
Voglio camminare mano nella mano con Antonio senza una meta, solo camminare, ascoltando i miei passi certi sull'asfalto e sulla terra bagnata.
Mentre i miei piccoli guarderanno l'orizzonte, io ogni tanto mi volterò indietro e sorriderò perchè sono più ricca e più forte di un anno fa. Ho radunato attorno a me un esercito di sorrisi, abbracci, parole urlate o dette sottovoce, messaggi e pensieri. Ho conosciuto persone incredibili che hanno travolto la mia vita e il mio modo di essere dandomi per la prima volta un'infinita speranza per il genere umano. Ho fatto pulizia, ho tagliato qualche ramo secco, ho scelto solo il meglio e mi sono vestita di una luce nuova.
Non a tutti viene offerto il privilegio e il supplizio di vivere veramente.
Quindi non guardarmi con occhi impietositi, non avere timore a chiedermi come va.
Sono qui e non vorrei essere in nessun altro posto.
Adesso mi riprendo la mia vita. Stringo forte il mio unico grande amore e lascio Giacomo e Matilde a contemplare l'orizzonte.
C'è un mondo stupendo oltre quella linea... tutto da esplorare, tutto da respirare, assaporare, toccare.


Io mi volterò solo per sorridere.

martedì 10 ottobre 2017

La battaglia finale




Disegnerò nelle vostre manine un cuoricino, una bimba e la sua mamma e un bimbo e la sua mamma. Li disegnerò con l'indelebile nero quello che voi non potete usare perchè trapassa sempre il foglio e mi colorate le tovaglie e poi non va via neanche con litri di Vanish o lavaggi a 90 gradi.
Disegnerò il cuore nella manina sinistra, la mano del cuore e noi due nella mano destra così che mi possiate vedere con voi tutte le volte che fate qualcosa.
Rimarrà impresso il tempo necessario, tanto le mani non le lavate così spesso, e così avrete la scusa giusta per farlo ancora meno. Quando il colore sarà totalmente sbiadito sarà tutto finito.

Matilde e Giacomo sono incredibilmente agitati. Fanno mille domande, vogliono essere rassicurati. Io sono tranquilla. Ho assecondato la mia indole e ho sistemato tutto.
So esattamente quale sala verrà utilizzata, quali container, gli strumenti, protesi e presidi. Conosco l'anestesia, i farmaci e tutto il personale che avrà accesso al blocco operatorio. Non dovrei, forse, ma io che in quelle sale ci ho trascorso gli ultimi 15 anni, non ho potuto fare altrimenti.
A casa ho lavato i bagni, le lenzuola, Pipita. Ho comprato un'asciugatrice e prenotato le pulizie settimanali. È tutto in ordine, al suo posto, la valigia è chiusa.
Matilde si scioglie in mille lacrime e finalmente mi abbraccia.
“Ho tanta paura”.
Anch'io, le dico, è normale avere paura.
“Quando tornerai a casa, sarà tutto finito?”.
Non lo so, avremo fatto un altro grande passo, ma non lo so. Ma di una cosa sono certa, ne abbiamo passate tante, passerà anche questa.
“E' che quando le cose succedono a me, fa meno male. Quando state male tu o papà, soffro di più!”.
Una bimba di nove anni, mi squarcia il cuore.

Durante la notte Giacomo si sveglia ogni dieci minuti, al decimo colpo di tosse, vomita tutta la cena nel letto, sulle lenzuola pulite, poi vomita in salotto, sul divano e su Pipita.
In due ore la casa è più sporca e più puzzolente di prima.

Alle 6.20 arriva mia mamma, io mi sono già fatta la doccia, sono vestita e pronta. Antonio è agitatissimo e gira in modo inconcludente per la casa. Salutiamo i bambini e saliamo in macchina.
Arriviamo in ospedale alle 7.05, in puntuale ritardo.

Sbrighiamo la burocrazia e mi portano in stanza.
Appena apro la porta mi trovo davanti le mie amiche, le mie colleghe di sempre, i miei punti fermi in sala operatoria. Un ciclamino fucsia sul comodino, un nastrino e l'adesivo BePositive sul letto e una maglietta appesa, una maglietta uguale a quella che indossano anche le mie colleghe, una maglietta che hanno indossato più di 1000 persone quest'estate.
Ce la farò anche st(R)avolta.
Adesso ne sono davvero certa.
Ce la farò anche st(R)avolta.

Pierino mi disegna su tutto il torace, traccia linee e tratteggi. Sorride e io sono di nuovo tranquilla. Della sala resta un ricordo ovattato, il sorriso di Antonio, la mano di Antonella, le scialitiche e le colonne. Poco altro...
Al mio risveglio non c'è dolore.
Qualche brivido, gli occhi dell'uomo che amo, tanti tubicini, un senso forte di costrizione al petto e una consapevolezza.
Lui non c'è più.
Lui l'abbiamo ammazzato, avvelenato, imbrigliato, inciso, scavato ed estirpato.
Con lui se ne è andata una parte di me e merita di soffocare definitivamente nella macchina del sottovuoto della sala operatoria.
Quel che resta è vita nuova, che nasce fra i cocci e le cicatrici, fra i drenaggi, i lividi e il dolore mascherato dagli antidolorifici e la morfina.
Ma è vita nuova.

Il drago non c'è più e io devo essere presentabile ai miei bambini prima che il sapone cancelli l'indelebile sulle loro splendide manine.