martedì 10 ottobre 2017

La battaglia finale




Disegnerò nelle vostre manine un cuoricino, una bimba e la sua mamma e un bimbo e la sua mamma. Li disegnerò con l'indelebile nero quello che voi non potete usare perchè trapassa sempre il foglio e mi colorate le tovaglie e poi non va via neanche con litri di Vanish o lavaggi a 90 gradi.
Disegnerò il cuore nella manina sinistra, la mano del cuore e noi due nella mano destra così che mi possiate vedere con voi tutte le volte che fate qualcosa.
Rimarrà impresso il tempo necessario, tanto le mani non le lavate così spesso, e così avrete la scusa giusta per farlo ancora meno. Quando il colore sarà totalmente sbiadito sarà tutto finito.

Matilde e Giacomo sono incredibilmente agitati. Fanno mille domande, vogliono essere rassicurati. Io sono tranquilla. Ho assecondato la mia indole e ho sistemato tutto.
So esattamente quale sala verrà utilizzata, quali container, gli strumenti, protesi e presidi. Conosco l'anestesia, i farmaci e tutto il personale che avrà accesso al blocco operatorio. Non dovrei, forse, ma io che in quelle sale ci ho trascorso gli ultimi 15 anni, non ho potuto fare altrimenti.
A casa ho lavato i bagni, le lenzuola, Pipita. Ho comprato un'asciugatrice e prenotato le pulizie settimanali. È tutto in ordine, al suo posto, la valigia è chiusa.
Matilde si scioglie in mille lacrime e finalmente mi abbraccia.
“Ho tanta paura”.
Anch'io, le dico, è normale avere paura.
“Quando tornerai a casa, sarà tutto finito?”.
Non lo so, avremo fatto un altro grande passo, ma non lo so. Ma di una cosa sono certa, ne abbiamo passate tante, passerà anche questa.
“E' che quando le cose succedono a me, fa meno male. Quando state male tu o papà, soffro di più!”.
Una bimba di nove anni, mi squarcia il cuore.

Durante la notte Giacomo si sveglia ogni dieci minuti, al decimo colpo di tosse, vomita tutta la cena nel letto, sulle lenzuola pulite, poi vomita in salotto, sul divano e su Pipita.
In due ore la casa è più sporca e più puzzolente di prima.

Alle 6.20 arriva mia mamma, io mi sono già fatta la doccia, sono vestita e pronta. Antonio è agitatissimo e gira in modo inconcludente per la casa. Salutiamo i bambini e saliamo in macchina.
Arriviamo in ospedale alle 7.05, in puntuale ritardo.

Sbrighiamo la burocrazia e mi portano in stanza.
Appena apro la porta mi trovo davanti le mie amiche, le mie colleghe di sempre, i miei punti fermi in sala operatoria. Un ciclamino fucsia sul comodino, un nastrino e l'adesivo BePositive sul letto e una maglietta appesa, una maglietta uguale a quella che indossano anche le mie colleghe, una maglietta che hanno indossato più di 1000 persone quest'estate.
Ce la farò anche st(R)avolta.
Adesso ne sono davvero certa.
Ce la farò anche st(R)avolta.

Pierino mi disegna su tutto il torace, traccia linee e tratteggi. Sorride e io sono di nuovo tranquilla. Della sala resta un ricordo ovattato, il sorriso di Antonio, la mano di Antonella, le scialitiche e le colonne. Poco altro...
Al mio risveglio non c'è dolore.
Qualche brivido, gli occhi dell'uomo che amo, tanti tubicini, un senso forte di costrizione al petto e una consapevolezza.
Lui non c'è più.
Lui l'abbiamo ammazzato, avvelenato, imbrigliato, inciso, scavato ed estirpato.
Con lui se ne è andata una parte di me e merita di soffocare definitivamente nella macchina del sottovuoto della sala operatoria.
Quel che resta è vita nuova, che nasce fra i cocci e le cicatrici, fra i drenaggi, i lividi e il dolore mascherato dagli antidolorifici e la morfina.
Ma è vita nuova.

Il drago non c'è più e io devo essere presentabile ai miei bambini prima che il sapone cancelli l'indelebile sulle loro splendide manine. 

3 commenti:

  1. Ti adoro per come sei e per quanto (e in che modo) scrivi.
    Io ci sono.
    Tvb

    Un abbraccio è poco ma a qualcosa servirà.

    A n d i a m o !!!

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  2. Sei forte, Claudia! 💜 Tanti auguri da parte di tutti 😘 ce l'hai fatta 💜

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