Fra me e la relativa
serenità c'è ancora solo un piccolo ostacolo e si chiama Tac Total
Body. La Tac permette una stadiazione locoregionale e una
localizzazione a distanza.
Ho mal di schiena,
da sempre, ho passato tre quarti della mia vita in piedi, anche tre
quarti delle notti degli ultimi anni, vista l'aquila insonne che ho
partorito.
Da qualche mese mi
fanno male anche le spalle e la zona infrascapolare.
Un mese fa avrei
preso un Brufen, un Toradol se non passava.
Oggi ho una strizza
terribile.
Allora, partiamo dal
presupposto che sono sfigata.
Ho
un tumore e questo per fortuna non è da tutti, ma capita.
Ok, poteva essere di
vari tipi, ma io fra tutti i tumori al seno mi becco quello con il
15% di probabilità.
Con questi
presupposti il mio mal di schiena diventa subito una spada di Damocle
che si abbatte su ossa e polmoni.
Non vengo oppressa
dalla paura. Certo che combattere contro un drago è dura, ma
combattere contro tanti draghi è da supereroi e io non credo di
possedere forze misteriose, scudi spaziali, o ragnatele che mi si
sparano dai polsi.
Mi stendo dentro
quella macchina infernale.
Il tecnico mi dice
di trattenere il fiato al suo comando.
Credo di avere fatto
il record di apnea.
Quando esco
intravedo il mio primario della ginecologia. È già passato due, tre
volte, mi conferma l'infermiera facendomi l'occhiolino. Mi rivesto.
Aspetto.
E poi fanculo vado
dritta dal radiologo e glielo chiedo.
“Possiamo
guardarla insieme?”
“Certo”
Cervello ok... e qui
mi vengono un paio di dubbi.
Ossa ok.
Polmoni ok.
Addome e pelvi ok.
Credo di aver
provato cos'è la lievitazione in quell'istante.
Ci sono solo piccole
ombre nel fegato ma indaghiamo subito.
Facciamo un'eco
epatica nella stanza affianco, giusto per serenità. Non vede nulla
di strano.
Io nel mio fegato
riconosco notti di birra e spritz, serate a base di costate e
Ripasso di Valpolicella, un Amarone da meditazione e fiumi di Franciacorta anche se
ho sempre avuto un debole per lo Champagne, le bollicine piccoline.
Ma per fortuna
all'eco hanno ben pensato di sparire.
Quando esco incrocio
il primario di ginecologia, che sembra passare lì per caso. Nel viso
gli intravedo un sorriso, come quando Higuain segna al novantunesimo,
come quando Buffon para un rigore o come quando è venerdì, fuori
c'è il sole, la seduta termina presto e il campo da golf è tutto
per lui.
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