venerdì 7 aprile 2017

La mia amica Samu

L'indomani mi presento puntuale al mio appuntamento. La dottoressa, i suoi occhioni azzurri e il suo dolce sorriso mi aspettano.
Rifaccio la mammografia, mi ristrizzano per l'ennesima volta. Oggi fa più male di ieri, c'è maggiore consapevolezza.
Mi ristendo sullo stesso lettino. Stesso copione di ieri, ma a differenza di ieri la dottoressa mi punge e ripunge, più volte. Stringo i denti.
Fatto, adesso aspettiamo l'istologico”.

Esco dall'ambulatorio, devo andare dal dentista, devo comprare il latte e un po' di verdura, devo stendere una lavatrice.
La mattinata finisce davanti ad un caffè d'orzo: io e la mia mamma.
Qualsiasi cosa sia ce la facciamo!”, ma stavolta piangiamo, finalmente, insieme.

Arrivo al lavoro. Sono di pomeriggio.
Vengo subito catapultata nella dimensione quotidiana: mancano uno stent e un'appendice. I lotti sono preparati, l'armadio urgenze è da controllare, la centrale di sterilizzazione... la, i, nel...
Mi gira la testa, mi sento soffocare.
Comincio a iperventilare e più respiro, più sto male.

Samu, ti devo parlare.

Ci chiudiamo in una sala vuota.
Lei mi guarda e non capisce.
Devo dirti una cosa.

Sei incinta?”

Magari. Preferirei essere incinta, anche di tre, quattro gemelli... Io che dormo ancora mezza notte con un piede infossato nel fianco e una manina fra i capelli. Io che mi sveglio con la bavetta sul cuscino e una testa di riccioli biondi che mi alita nell'orecchio. Io che se sento un neonato piangere mi si accappona la pelle, che ho buttato ciucci e biberon e ho smerciato lettini, passeggini e sdraiette.
Quanto vorrei essere incinta!

No, ho trovato un nodulo al seno”
Lei si siede, mi guarda. Si porta la mani alle tempie e razionalizza.
“Hai fatto un'eco?”
Già fatta”
La mammografia?”
Già fatta Samu, già fatta... Ho fatto anche l'ago aspirato, la biopsia... Adesso aspettiamo l'esito”

Che cazzo aspettavi a dirmelo?”

E lì mi sciolgo. Lì comincio a vedere una piccola lucina in quel tunnel nero. Perchè lei capisce, lei sa di cosa stiamo parlando. Lei è in sala con me tutti i giorni. Mi aveva vista strana.
Non ti abbattere, non mollare, non c'è nulla di definitivo, magari è un fibroadenoma...”
Ci voglio credere anche se non ci credo. Ma ci voglio credere perchè lei è la mia amica Samu, perchè a lei ho ripetuto fino allo sfinimento che nella vita bisogna essere positivi, che tutto passa, che siamo forti e uniche e che insieme scaliamo anche le pareti dritte. Ci voglio credere perchè la mia amica Samu è troppo bella per pensare ad una cosa brutta. Perchè la mia amica Samu ha una soluzione per tutti tranne che per se. Perchè la mia amica Samu mi ha insegnato ad usare la farina di farro, l'avena, lo sciroppo d'agave, il tofu e il cremortartaro. La mia amica Samu è quella del nettalingua e dell'acqua bollita. Come faccio a non crederle?
Mi prende per mano e usciamo dalla sala.
Intorno a noi troppi occhi, troppe orecchie. È come se mi guardassero dentro, è come se l'angoscia venisse riflessa nella mia pelle.
Tremo, respiro veloce, ho freddo, caldo e poi di nuovo freddo. Mi gira la testa e più respiro più mi gira la testa.
Samu... Fai qualcosa!
E lì scatta il complotto.
Mi chiude in una stanza.
Torna dopo pochi minuti.
Basta chiedere ad un nurse di anestesia per stare meglio...
Mi fa bere direttamente dalla siringa 5cc di pozione magica.
Il resto non lo ricordo più.
So solo che stavo meglio.
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