L'uomo è un animale
sociale, noi donne siamo animali super sociali. Necessitiamo di
chiacchiere, compagnia, futili acquisti, scorribande in autostrada
per mangiare un Camogli all'autogrill, macchine spente, autoradio a
palla e sigarette rollate sotto cieli stellati.
Laura è la mia amica
bambina. Dimostra 20 anni da quando ne ha 21. Con lei è semplice e
immediato, con lei è così dalla prima elementare. Ci cerchiamo, ci
allontaniamo, ma ci ritroviamo sempre.
Con Laura ho imparato a
saltare l'elastico, ho scambiato montagne di bigliettini segreti, ho
allagato i bagni della scuola, ho fumato le prime cicche senza
aspirare.
Abbiamo mangiato vasi di
Nutella immergendo le dita fino al polso, ci siamo strafogate di
Frizzy pazzy, abbiamo rubato gomme da cancellare all'A&O.
Mi sono sorbita ore di
Take That, Beverly Hills 90210 e decine di puntate di Buffy in lingua
originale (non ci capivo quasi mai niente!).
Con Laura sono andata a
Londra, con 500 mila lire in tasca, dormendo sul pavimento di un
miniappartamento londinese, mangiando pane in cassetta e burro
d'arachidi.
Poi sono diventata grande, forse non per scelta... Forse perchè non sono mai stata brava a fare i conti, forse perchè mi sono ritrovata mamma senza accorgermene.
Poi sono diventata grande, forse non per scelta... Forse perchè non sono mai stata brava a fare i conti, forse perchè mi sono ritrovata mamma senza accorgermene.
Lei è rimasta lì, mi ha
aspettato, ha accettato il cambiamento rimanendo nei suoi jeans a
zampa, nelle sue magliette con le stampe, nelle borse a tracolla, nel
suo peregrinare fra concerti, Londra, Amsterdam e taverne affollate
di birra, calore e nebbia.
Lei c'è sempre stata.
Laura è la mia testimone.
Io sono la sua testimone.
Nel suo pancino cresce il
miracolo della vita e io quel suo miracolo lo aspetto da tanti anni.
Laura non sapeva nulla,
non potevo dirle che io stavo male.
Ho aspettato la
morfologica.
Ho suonato alla sua porta,
le ho messo le mani sulla pancia, ho suonato il campanellino del
chiama angeli che le ho regalato. Ho sussurrato piano a quel miracolo
che andrà tutto bene... Abbiamo guardato insieme circonferenze,
lunghezze del femore, peso stimato.
Poi ci siamo sedute sul
divano, ho stretto le sue mani e le ho giurato che a Luglio sarò con
lei quando quel miracolo verrà alla luce.
Io sono la sua madrina e
voglio vederla crescere. Voglio vedere i primi sorrisi e i primi
passi, la voglio col grembiulino il primo giorno di scuola e le
regalerò i biglietti per il suo primo concerto, al quale sicuramente
andremo anche io e la sua mamma... In prima fila, schiacciate sulle
transenne... come sempre!
Lei ha pianto. Le ho
asciugato le lacrime.
“Tu ci sei sempre stata,
tu sei sempre stata quella forte!” mi ha detto.
Io ci sono, ci sono ancora
e ci sarò... E se mai avrò bisogno di qualcosa mi basterà guardare
quel miracolo per ricordarmi quanto è bella la vita.
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