sabato 15 aprile 2017

Comincio a stilare una lista delle cose da fare. Appunto nella mia agenda visite, orari, nomi. Scrivo tutto con maniacale dedizione, non mi faccio sfuggire niente.
Lunedì alle 15 ho una tac total body, alle 14.30 mi devo presentare a digiuno in oncologia. Martedì devo fare la spesa per la gita di Giacomo, devo comprare prosciutto, pane morbido senza crosta, succhi di frutta alla pesca, acqua naturale in formato 250 e i Ringo. Mercoledì c'è l'ecocardio, giovedì alle 8.15 la visita oncologica. Venerdì devo preparare l'avviso per il corso nuoto della scuola, cominciare a raccogliere i nomi dei bimbi e accordarmi con la piscina. Domenica c'è la festa del minivolley, quindi dobbiamo trovare arbitri, segnapunti, cercare uno sponsor che ci dia dei gadget, va allestita la palestra e vanno fatti i cartelloni.
Sappi che sabato mattina hai un impegno”
Beh ecco... sabato mattina effettivamente mi mancava qualcosa!
La mia amica Samu mi si piazza davanti col suo sorriso disarmante.
Prima però serve l'ok dell'oncologo”.

Il mio oncologo lo conosco il giorno dopo.
Mi siedo composta. Mi guarda e mi studia.
Abbasso gli occhi con quel tipico timore reverenziale. Solo mio padre sapeva farmi abbassare gli occhi. Mi sta subito simpatico.
Parliamo di lui, parliamo del drago. Mi dice tutto quello che non è, tutto quello a cui non risponde. Mi dice che è cattivo perchè io sono giovane e forte ma mi dice che non siamo disarmati. Sarà lunga, faticosa, mi cospargerà di Napalm.
Avrò nausea, sarò stanca, stanchissima, mi cadranno i capelli, mi faranno male le ossa, le unghie, la pelle potrebbe imbruttirsi, mi verranno i brufoli, le guance rosse, mi sparirà il ciclo, mi verranno le vampate.
Snocciola effetti collaterali, non mente, non nasconde niente.
Non accenna nemmeno all'intervento, quello resta un miraggio lontano. Prima dobbiamo prenderlo, fermarlo, ridurlo.
Hai mai letto: Se questo è un uomo?”
Ho un ricordo opaco ma presente...
Sai cosa salvò Levi dal campo di sterminio?”
Il Gattermann.
Il Gatterman gli salvò la vita in due modi, facendogli apprendere in anticipo la lingua di Auschwitz e assicurandogli poi, in Auschwitz, un lavoro non letale come tecnico di laboratorio.

Ci vuole la testa Claudia.

Ci vogliono obiettivi chiari, pensieri positivi, ferma convinzione.
Lui mi dice che posso andare dove voglio, posso sentire chi desidero, l'importante è che io comunque gli dica da chi... Vuole avere la certezza che chiunque altro si possa prendere cura di me, ne sia all'altezza. Guardo il mio dottore dritto negli occhi. Ho già accettato tutto.

Mi serve solo un consenso però...
E lì torno piccola come davanti a papà.
Devo fare un tatuaggio!”
Lui borbotta, grugnisce... Proprio come il mio papà.
Ok lo prendo per un sì.


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