venerdì 28 aprile 2017

Francesca dolce Francesca




Correva l'anno 1999, avevo fatto il mio esame di maturità. Avevo il mio diploma in tasca, dovevo solo decidere che farmene. Avevo passato anni fra Saffo e Archiloco, Seneca, Cesare, Socrate e Platone. Avevo un bagaglio di Filosofia e Storia, Fisica e Chimica, conoscevo la letteratura italiana a menadito. Adoravo scrivere.
Ero una ragazzina fighetta e strafottente, amavo il teatro, la pallavolo, ballare in discoteca e viaggiare. Avevo già girato la Francia, la Spagna, sognavo l'Inghilterra, Dublino e Berlino.
Nel mio cuore però c'era un'estate strana, una follia a Rimini. 15 giorni con una ventina di ragazzi portatori di handicap. Mi ero sporcata le mani, avevo imboccato e asciugato bavette, avevo imprecato contro il bagno a fianco alla nostra spiaggia libera che si lamentava della nostra presenza. Avevo scritto il mio risentimento contro marciapiedi stretti e ascensori inesistenti.
Un pomeriggio torrido e afoso mentre spingevo la mia carrozzina su una stradina sassosa in salita, imprecando contro le mie geniali idee estive, mi si avvicina un simpatico vecchietto che mi mette una mano sulla spalla e spalanca un sorriso:
Claudia, tu spingi una carrozzina... ma lei spinge il tuo cuore”.
Il simpatico vecchino si chiamava don Oreste Benzi e nel 1968 aveva fondato l'Associazione Papa Giovanni XXIII. Non so ancora perchè ma conosceva il mio nome.
A 19 anni con la mia maturità classica ho deciso di fare l'infermiera.
I prof mi hanno guardata come un'aliena. Solo la prof di latino e greco ha capito... lei andava oltre.
Lo ammetto, l'università è stata quasi una passeggiata perchè sono e resto una gran secchiona. Ho cannato un solo esame su 33, l'ultimo. Sono arrivata alle 7.30 direttamente da Jesolo dopo un weekend da paura, puzzavo ancora di Cola Rum e non dormivo da tre giorni. L'appello successivo mi sono rifatta con un 30 e lode.
Ricordo poco delle lezioni, ma ricordo una frase di un'insegnante, la mitica suor Prima: “Fai un lavoro che ami e non lavorerai per tutta la vita!”

Francesca si avvicina al mio letto col suo sorriso fresco e disarmante.
Piccola, mi fa quasi tenerezza. E' il suo ultimo giorno di tirocinio. Peccato, mi sono affezionata tantissimo a lei.
Porcaccio, mi assomiglia all'ennesima potenza. Le brillano gli occhi quando maneggia le flebo, la pompa infusionale. Senza nessuna esitazione mi infila l'ago cannula e raccorda i tubicini.
In lei rivedo il mio entusiasmo. La voglia di fare il bene e farlo bene.
Non è da tutti.
Chi sceglie questa professione a volte lo fa per comodo, per un lavoro sicuro che poi, ora come ora, è tutt'altro che sicuro.
Ho visto facce strafottenti in questi anni, ragazzi annoiati, studenti seduti che sbadigliavano durante una toracotomia. Come si fa a sbadigliare davanti ad una toracotomia o un by pass femoro popliteo?
Francesca no. Non è annoiata, Francesca ha fatto una scelta di vita, Ha lasciato la Sardegna, è disposta a tutto per inseguire il suo sogno.
Vorrei ritrovare il suo entusiasmo, quando non mi lamentavo per l'ennesimo weekend passato in sala, per le chiamate notturne. Per le notti di Natale lontana dai miei bambini, i compleanni, le feste dell'asilo. Per quel continuo tram tram che diventa routine che ti fa perdere di vista i veri obiettivi.
Sdraiata nel mio letto, con la mia chemio rossa la prospettiva cambia.
C'è bisogno di un sorriso, di una parola, di mani abili e gambe veloci.
Cara Francesca vorrei che la vita ti sorridesse sempre e sono sicura che lo farà perchè tu la guarderai sempre col sorriso.
Ti chiedo un favore e non te lo chiedo da infermiera, né da guida di tirocinio, ma da paziente:
Siamo unici e fragili, a volte mi accorgo che basta una parola in più o una in meno per scatenare una tempesta cerebrale. A volte abbiamo male e non lo diciamo... impara a leggere i segnali. A volte abbiamo paura, tanta paura.
Sii sempre cauta, prudente ma soprattutto curiosa. Il giorno in cui ti ritroverai stanca e annoiata abbi il coraggio di cambiare. Segui i tuoi sogni, anche quando cambieranno direzione e sii felice.
Io ti aspetto qui, nel mio letto vicino alla finestra, ultima stanza a sinistra.
Il tuo tirocinio è finito ma se non torni a salutarmi non sei piu mia amica... Tiè!

Buon viaggio bella Francesca

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