giovedì 31 agosto 2017

Sedici passi




Un passo alla volta, uno dopo l'altro, stando bene attenta a dove metti i piedi.
Un passo alla volta, accettando la cura, come una pozione magica che guarisce, accettando lo stravolgimento, spiegando ai tuoi figli che è solo una parentesi momentanea, che i capelli ricresceranno, che la mamma smetterà di essere stanca, triste, arrabbiata o nervosa.
Un passo alla volta, anche quando fa male, anche quando riflessa nello specchio non riconosci più la tua immagine ma un elemento incerto, camuffato, volutamente bizzarro ed estroso.
Un passo alla volta, passando dal letto alle carezze leggere, ai baci richiesti, alle attenzioni mai negate.
Uno, due, tre passi. Per trovarsi in silenzio in una camera che non è la tua, in un letto coperto da un lenzuolo ruvido che odora di disinfettante industriale, con la tua musica che irrompe nei timpani per non sentire le pompe che suonano ogni cinque secondi, gli aghi che bucano la carne e il liquido freddo che ti scorre nelle vene e subito dopo il sonno, il freddo, il brivido, il gusto amaro e metallico.
Quattro, cinque, sei passi con tua madre che ti accompagna e parla e tu che ascolti e non ascolti ma sei felice che lei sia lì. Con tuo marito che ti saluta e tu non vorresti lasciarlo andare. Con una vita intera che scorre veloce... fuori... via... lontana da te. Tu sei lì, ferma mentre tutto il resto continua.
Sette, otto, nove passi per scoprire quanto è grande il cuore della gente. Per scoprire che dal basso si può solo risalire. Il valore di un sorriso, una parola, una mano che si appoggia. Tanti angeli in divisa, attenti al mutamento, al dolore, alla rabbia, alla tristezza, alla felicità ostentata che nasconde paura.
Dieci, undici, dodici passi e la nuova vita che avanza. Mani che si stringono, cuori che si legano, vite che si intrecciano. Anime belle accomunate da un unico desiderio: vivere, vivere ancora, vivere bene.
Tredici, quattordici, quindici passi all'inizio trepidanti, ardenti, carichi di grinta e vitalità, poi un po' più lenti, stanchi, affannati ma mai domi e tutt'intorno un immenso desiderio di non perdere nulla, di lasciare come Pollicino una traccia lungo tutto il percorso, per non dimenticare mai. Perchè anche questa è vita e ti segna, ti cambia, ti matura. Ti apre gli occhi e all'improvviso tutto ti sembra diverso, nulla è più come prima e quello in cui credevi ora non ha più senso e lasci che scorra e tieni solo il buono.
Tieni il profumo del collo dell'uomo che ami finchè dorme, i disegni incomprensibili, i portafortuna, i libri letti e riletti, sottolineati e macchiati di caffè, succo e sudore. Tieni i messaggi, le lettere e i regali. Tieni i visi di chi ami incollati alle palpebre per paura di perderli anche solo chiudendo gli occhi.
Sedici... sedici... sedici lunghissimi passi per arrivare fino a qui.
Di quello che ero ne è rimasta l'essenza, l'estratto.
Sedici passi non per cantar vittoria ma per gridare: sono arrivata fino a qui e ci sono arrivata fiera con le mie gambe, col mio sorriso che non ho mai spento. Volutamente. Mai forzatamente.
Cervello, cuore e disciplina. Grinta, coraggio e un briciolo di follia per fare anche quello che non credevi di riuscire a fare, per dimostrare a te stessa che sei più forte di lui.
Non ho vinto, non ho perso.
Continuo a camminare e la montagna è ancora lunga da scalare.

Ma domani avrò fatto sedici lunghissimi passi... uno dopo l'altro e sono stata bravissima.  


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