venerdì 25 agosto 2017

Geco



Fatto undicesimo taxolo, ovvero l'undicesima di dodici infusioni settimanali. Prima di queste avevo fatto “le rosse”, un cocktail di farmaci che davano alla flebo un simpatico colore simil Spritz Campari.
Arrivata a questo punto sento un po' il peso della chimica nel mio corpo, ma anche lo slancio vitale che mi fa gridare: “E che cazz sono arrivata fino a qui, ho fatto 30, facciamo 31”.
Mi pesa il passo lento, il fiato corto, l'insonnia notturna e la spossatezza giornaliera. Mi pesano i formicolii, la poca sensibilità ai piedi, l'irritabilità mista alla frenesia di voler far comunque sempre tutto.
La settimana scorsa, come ogni settimana ho fatto le mie iniezioni di immunostimolanti, perchè la chemio ovviamente azzera tutto, buono e cattivo. Il giorno successivo ero sul divano. 30 gradi e una coperta, sudavo freddo e non riuscivo a collocare il punto doloroso del mio corpo. L'effetto era quello: ruota della tortura.
Poi è passato.
Con un paio di tachipirina 1000, un paio di litri di acqua, una camminata lenta, un progetto nuovo in testa, una nuova fuga a quattro, qualche oretta di shopping, una bella chiacchierata al bar, tante coccole.

Come fai ad essere sempre così positiva?
Io non sono positiva, sono una pessimista in terapia.
Conosco esattamente ogni dettaglio dell'istologico della mia biopsia, so che la strada sarà lunghissima e che questo è solo il primo step. Ma se mi concentro solo su quello ricado nella spirale dei cattivi pensieri, nei commenti tristi, nella trappola Google, nelle statistiche sopravvivenza a dieci anni e bibubaba.

Ho una sola possibilità di scelta vivere o lasciarmi vivere. Prendo la prima e filtro ottimismo e pessimismo con il mio colino tascabile.
E poi arriva lui.
Devo ancora scegliere se chiamarlo Geco o Gattoboy. Resta il fatto che lui è il mio superpigiamino.
Geco (ho deciso), deve ancora compiere due anni, è dolce come il miele e ha due occhietti furbi e birichini. Ha delle armi infallibili: lancia sguardi d'amore e baci che ti stendono. La sua mamma non lo lascia un secondo. È bellissima e forte come un leone. Geco ad aprile è entrato in sala operatoria con la sua maglietta “let's win the game”... fa chemio ad alte dosi e trapianti autologhi di cellule staminali ma soprattutto balla “Voglio ballare con te” di Baby K come un ballerino provetto.

Io la negatività la schifo proprio.
Sperare, sognare, sperare, sognare e continuare a camminare. Credendoci fermamente, perchè lo so, non è giusto, non c'è proprio un bel niente di giusto, ma se ci strappiamo da soli le ali non potremo volare mai più.
Geco ieri nei miei sogni ha indossato il suo mantello,la sua maschera e con i superpoteri ha sconfitto il drago stringendo nella sua manina la tartaruga fluo di Matilde.
Io ho fatto la mia undicesima chemio con le cuffie alle orecchie, e stavolta ho scelto le hit dell'estate perchè volevo continuare a ballare con lui stringendo fra le mani il quadrifoglio che la sua mamma aveva trovato in giardino per me.

Andrà tutto bene Geco
Andrà tutto bene Claudia

e adesso Despacito a palla che è tempo di ballare!

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