Fatto
undicesimo taxolo, ovvero l'undicesima di dodici infusioni
settimanali. Prima di queste avevo fatto “le rosse”, un cocktail
di farmaci che davano alla flebo un simpatico colore simil Spritz
Campari.
Arrivata
a questo punto sento un po' il peso della chimica nel mio corpo, ma
anche lo slancio vitale che mi fa gridare: “E che cazz sono
arrivata fino a qui, ho fatto 30, facciamo 31”.
Mi
pesa il passo lento, il fiato corto, l'insonnia notturna e la
spossatezza giornaliera. Mi pesano i formicolii, la poca sensibilità
ai piedi, l'irritabilità mista alla frenesia di voler far comunque
sempre tutto.
La
settimana scorsa, come ogni settimana ho fatto le mie iniezioni di
immunostimolanti, perchè la chemio ovviamente azzera tutto, buono e
cattivo. Il giorno successivo ero sul divano. 30 gradi e una coperta, sudavo freddo e non riuscivo a collocare il punto doloroso
del mio corpo. L'effetto era quello: ruota della tortura.
Poi
è passato.
Con
un paio di tachipirina 1000, un paio di litri di acqua, una camminata
lenta, un progetto nuovo in testa, una nuova fuga a quattro, qualche
oretta di shopping, una bella chiacchierata al bar, tante coccole.
Come
fai ad essere sempre così positiva?
Io
non sono positiva, sono una pessimista in terapia.
Conosco
esattamente ogni dettaglio dell'istologico della mia biopsia, so che
la strada sarà lunghissima e che questo è solo il primo step. Ma se
mi concentro solo su quello ricado nella spirale dei cattivi
pensieri, nei commenti tristi, nella trappola Google, nelle
statistiche sopravvivenza a dieci anni e bibubaba.
Ho
una sola possibilità di scelta vivere o lasciarmi vivere. Prendo la
prima e filtro ottimismo e pessimismo con il mio colino tascabile.
E
poi arriva lui.
Devo
ancora scegliere se chiamarlo Geco o Gattoboy. Resta il fatto che lui
è il mio superpigiamino.
Geco
(ho deciso), deve ancora compiere due anni, è dolce come il miele e
ha due occhietti furbi e birichini. Ha delle armi infallibili: lancia
sguardi d'amore e baci che ti stendono. La sua mamma non lo lascia un
secondo. È bellissima e forte come un leone. Geco ad aprile è
entrato in sala operatoria con la sua maglietta “let's win the
game”... fa chemio ad alte dosi e trapianti autologhi di cellule
staminali ma soprattutto balla “Voglio ballare con te” di Baby K
come un ballerino provetto.
Io
la negatività la schifo proprio.
Sperare,
sognare, sperare, sognare e continuare a camminare. Credendoci
fermamente, perchè lo so, non è giusto, non c'è proprio un bel
niente di giusto, ma se ci strappiamo da soli le ali non potremo
volare mai più.
Geco
ieri nei miei sogni ha indossato il suo mantello,la sua maschera e
con i superpoteri ha sconfitto il drago stringendo nella sua manina
la tartaruga fluo di Matilde.
Io
ho fatto la mia undicesima chemio con le cuffie alle orecchie, e stavolta ho scelto le
hit dell'estate perchè volevo continuare a ballare con lui
stringendo fra le mani il quadrifoglio che la sua mamma aveva trovato
in giardino per me.
Andrà
tutto bene Geco
Andrà
tutto bene Claudia
e
adesso Despacito a palla che è tempo di ballare!
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